TIDE'S STORY
Come eravamo?
Beh…
Tanto per cominciare, visto che non esistevano gli snack, i nostri genitori non leggevano dozzinali riviste di puericultura e dal dottore si andava solo se avevi la polmonite, non eravamo né obesi, né pieni di allergie.

Indossavamo dei magliocini di lana, fatti ai ferri dalla nonna, che quando si consumavano sui gomiti venivano disfatti per trasformarsi in calzoncini di lana, fatti ai ferri dalla nonna, che quando si consumavano sul sedere venivano disfatti per trasformarsi in calze di lana, fatte ai ferri dalla nonna, che quando si consumavano sui calcagni venivano disfatte e quel poco di lana recuperabile si mescolava con lana di altri colori per trasformarsi in maglioncini di lana, fatti ai ferri dalla nonna, che…
L’importante era non bagnarsi, altrimenti si trasformava tutto in un'armatura di ghisa.

A scuola ci andavamo con la cartella di cuoio, e nessuno dei nostri genitori si sognava di denunciare la maestra per il peso dei libri. Ci andavamo da soli, a piedi, con cinquanta lire in tasca per la colazione. Io facevo la cresta: trenta lire di pizza bianca e due pacchetti di figurine, nella speranza di trovare il rarissimo “Cudicini” o qualche “valida”, per vincere un pallone.

La domenica i nostri genitori, invece di scarrozzarci a destra e sinistra come dei maggiordomi, ci portavano con sé. Il mio mi trascinava per lunghissime camminate in montagna e io non mi sono mai sognato di chiamare il telefono azzurro, anzi non vedevo l’ora che arrivasse la domenica successiva.

A proposito di montagna. L’attrezzatura era primitiva, poco diversa da quella della guerra quinici diciotto. Pantaloni di velluto alla zuava, scarponi di cuoio e… indovinate un po’? Calzettoni di lana, fatti ai ferri dalla nonna, che quando si consumavano…

E siccome l’ozono non si era ancora bucato, d’inverno nevicava (e d’estate, a volte, pure) e faceva parecchio più freddo di adesso, oltre i tremila toccava andarci imbacuccati così..

Però, tutto sommato, come diceva qualcuno prima di me…
Siamo sopravvissuti.
Roberto